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La malattia è uno dei percorsi di formazione spirituale in cui dobbiamo diplomarci, prima di finire il nostro viaggio terreno. Anche Gesù, il nostro Precursore si è diplomato in questa materia. Guardiamo alle Scritture con una mente libera dai pregiudizi:

Isaiah 53:3 dice, “Disprezzato e abbandonato dagli uomini, un uomo di sofferenza che conosceva cosa fosse la malattia (Trad. ita. Bibbia versione Holman).

La malattia arriva all’uomo a causa della maledizione su questa terra. Come conseguenza di questo, anche noi sudiamo e siamo feriti da spine, ecc. (Vedi Genesi 3:17-19). Quando Gesù è venuto su questa terra maledetta dal peccato, anche il Suo corpo sudava ed è stato ferito dalle spine – e a volte si è ammalato. La Bibbia dice che Gesù “conosceva la malattia” (Isaia 53:3 – Bibbia Amplificata – Traduzione letteraria). (*Vedi nota sottostante)

Per sperimentare tutto quello che noi sperimentiamo fisicamente, anche Gesù ha dovuto sperimentare la malattia. Tale sofferenza era parte della Sua educazione terrena (Lettera agli Ebrei 5:8). È di grande conforto per noi sapere questo quando affrontiamo la malattia – proprio come ci è di conforto quando affrontiamo una forte tentazione, sapere che Gesù è stato tentato in ogni cosa come noi. (Lettera agli Ebrei 4:15).

Dunque, Dio permette anche a noi di “conoscere la malattia” come parte della nostra educazione spirituale. E quando siamo malati, il nostro Signore vuole che “vinciamo come Lui ha vinto” – non autocommiseriamoci, non cerchiamo compassione, non facciamo richieste a nessuno, non mormoriamo e non siamo tristi, ma sempre allegri e brillanti, lodando e ringraziando il Signore (Apocalisse 3:21). Che possiamo vivere così tutti i nostri giorni sulla terra. La Sua Grazie è abbastanza per questo.

Il fatto che ogni tanto anche Gesù si ammalava prova che la malattia non è sempre dovuta del peccato – perché Gesù era senza peccato. Lode al Signore che abbiamo in Gesù il nostro meraviglioso Precursore, che può simpatizzare non solo con le nostre tentazioni ma anche con le nostre malattie!

Anche Paolo e i suoi collaboratori, Timoteo, Epafròdito e Trofimo si diplomarono nella materia della “malattia” durante il loro percorso di formazione spirituale sulla terra (Vedi Seconda Lettera ai Corinzi 12:7-9; Prima Lettera a Timoteo 5:23; Lettera ai Filippesi 2:27; Seconda Lettera a Timoteo 4:20 ).

Dio una volta fermò Paolo nella regione della Galazia con una malattia, perché voleva che Paolo predicasse il vangelo e piantasse chiese in quella regione. Paolo all’inizio aveva progettato di passare attraverso la Galazia e raggiungere l’Asia Minore, ma leggiamo che fu “trattenuto dalla Spirito Santo” dal lasciare la Galazia (Atti degli Apostoli 16:6). Questa limitazione dello Spirito non avvenne attraverso una visione sovrannaturale, ma attraverso Dio che permise a Paolo di ammalarsi in Galazia, in modo da non poter proseguire il viaggio. Vediamo chiaramente in questa lettera ai Cristiani Galati, che il motivo per il quale Paolo si fermò a predicare in Galazia fu perché era malato (Lettera ai Galati 4:14, 15)!

Un altro motivo per il quale Dio (a volte) ci permette di essere malati è per provare empatia con altre persone nel mondo che sono malate. Altrimenti potremmo non sapere mai cosa affrontano le altre persone nel mondo.

Dio però nella Sua misericordia ci guarisce anche (Lettera ai Filippesi 2:25-27). Come Dio si prese cura di Gesù, così si prenderà cura anche di noi. Per questo motivo possiamo chiedere la guarigione quando siamo malati.

Ma non possiamo rivendicare di essere totalmente liberi dalla malattia, come invece lo possiamo rivendicare nel caso del peccato.

Gesù è morto per la redenzione di tutta la nostra persona – spirito, anima e corpo? Sì, certamente lo ha fatto.

Ma dobbiamo affrontare la realtà e non vivere in un modo di illusione e inganno.

L’effetto della redenzione di Cristo è iniziato in questo momento solo nello spirito di chi è nato di nuovo. Lì, nel nostro spirito, siamo stati risorti dai morti e resi nuove creature (Lettera agli Efesini 2:1-6; Seconda Lettera ai Corinzi 5:17).

Ma la nostra anima (mente, emozione e volontà) e il nostro corpo non sono ancora fatti nuovi. Non abbiamo ancora ricevuto il pieno beneficio del lavoro di Cristo sulla croce in queste due aree. La nostra mente può essere rinnovata lentamente e progressivamente, se permettiamo allo Spirito Santo di cambiare il nostro sistema di valori passando dal punto di vista del mondo al punto di vista di Dio (Lettera ai Romani 12:2).

Il nostro corpo però verrà trasformato solo quando Cristo ritornerà (la Lettera ai Filippesi 3:21 lo dice molto chiaramente). Quando Cristo ritornerà il nostro corpo godrà della piena vita di resurrezione – niente malattie e niente morte. Ma Dio nella Sua misericordia, ci permette occasionalmente di assaporare anche ora un po’ delle “potenze del mondo futuro” nel nostro corpo (Lettera agli Ebrei 6:5) – un assaggio della Sua potenza di guarigione sovrannaturale. È così che molti credenti hanno sperimentato la guarigione sovrannaturale dalle malattie. Ed è per questo che Dio ha donato ad alcuni nel corpo di Cristo i doni di guarigione e miracoli.

La guarigione del corpo certo che rientra totalmente nella volontà sovrana di Dio, perché non vuole che stiamo male, ma finché siamo su questa terra non possiamo imporgli chi debba essere guarito. Nemmeno possiamo pretendere di essere sempre in salute, o essere guariti alla prima malattia, come se fosse un diritto – quello che invece possiamo pretendere è il perdono totale di tutti i nostri peccati, attraverso il ravvedimento, la confessione e la fede nella morte di Cristo per noi.

La più chiara evidenza del fatto che non possiamo pretendere la guarigione come un diritto e che l’effetto della maledizione sui nostri corpi non viene tolto quando siamo salvati, è visto nel fatto che tutti i credenti alla fine muoiono, non importa quanto le persone possano pregare per loro, e rivendicare la guarigione e la vita per loro! La malattia e la morte sono i risultati della maledizione su questa terra, proprio come la sudorazione, la stanchezza fisica e la sonnolenza. Tutte queste cose influiranno sui nostri corpi fino al ritorno di Cristo. Mentre i nostri spiriti sono già stati riscattati dalla maledizione (Lettera ai Galati 3:13, 14), il nostro corpo di polvere, è ancora soggetto alla maledizione sulla polvere della terra.

Che dire di Isaia 53:5 che dice: “Mediante le Sue lividure noi siamo guariti”? Non diamo una nostra interpretazione a questo versetto, ma guardiamo all’interpretazione che dà lo Spirito Santo a questo verso nel nuovo Testamento:

Nella Prima Lettera di Pietro 2:24, leggiamo: “Egli ha portato i nostri peccati nel Suo corpo sul legno della Croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti”.

Da questo emerge chiaramente che la “guarigione” a cui fa riferimento è la “guarigione dal peccato” e che la “salute” che ne riceviamo è la “giustizia”. Ciò è ulteriormente confermato dal contesto del paragrafo in cui troviamo questo versetto, che sta parlando del seguire Gesù che non ha peccato.

Che dire del versetto Isaia 53:4 che dice, “Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato”, che nelVangelo secondo Matteo 8:16, 17è quotato così : “Poi, venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati, ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie””.

Ancora emerge chiaramente da questo passaggio che quella profezia fu adempiuta proprio lì e in quel momento, all’inizio del ministero di Gesù. Non era qualcosa che doveva essere compiuto successivamente con la morte di Gesù sulla croce, come molti sostengono. Questa profezia fu compiuta quando Gesù guarì i malati. Non è la promessa che Gesù ha portato via tutte le nostre malattie sulla croce.

Cosa fare allora quando siamo malati? Seguiamo l’esempio di Paolo. Ha pregato per essere guarito dalla “spina nella carne”. Fino a quando non ha sentito Dio dirgli che non avrebbe rimosso la spina ma che avrebbe ricevuto la grazia di Dio per vincere (Seconda Lettera ai Corinzi 12:7-9). Nel caso di Epafròdito, Paolo continuò a pregare e Dio nella Sua misericordia lo guarì totalmente (Lettera ai Filippesi 2:27). Nel caso di Trofimo invece, nonostante la preghiera di Paolo, non fu guarito (Seconda Lettera a Timoteo 4:20). Per Timoteo, Paolo deve aver pregato molte volte. Ma Timoteo continuò a soffrire dei suoi dolori di stomaco. Dunque, Paolo alla fine gli disse di prendere del vino come medicina (Primo Lettera a Timoteo 5:23).

Perciò dobbiamo sempre pregare per la guarigione da qualsiasi malattia, con la preghiera che, se non è volontà di Dio guarirci, allora che ci dia la grazia – qualsiasi cosa che decida sia meglio per noi.

Questo è l’insegnamento equilibrato della Scrittura. Se amiamo la verità, osserveremo che ci sono credenti malati in ogni singolo gruppo Cristiano – non importa quale sia la loro teologia sulla guarigione. Molti però chiudono gli occhi su questo fatto perché hanno pregiudizi.

Chi ha orecchie per sentire, senta

*Nota: La parola Ebraica “choliy” tradotta in Isaiah 53:3 in “dolore” (nella maggior parte delle traduzioni inglesi) in realtà vuol dire “malattia” o “infermità”. La stessa parola è tradotta correttamente come “malattia” in Deuteronomio 7:15; 28:61 , e Isaia 1:5. La maggior parte dei traduttori molto probabilmente non potevano credere che Gesù fosse mai stato malato e quindi non hanno tradotto accuratamente la parola in Isaia 53:3. Invece, hanno usato la loro teologia per tradurre questa parola ebraica come “dolore”!! Solo la versione della Bibbia Holman e la versione della Bibbia Amplificata (citata sopra) hanno osato dare la traduzione corretta di questa parola ebraica come “malattia”. La prova più evidente che il significato della parola ebraica “choliy” sia “malattia” si ha quando vediamo come la stessa parola è usata nel verso successivo (Isaia 53:4). In Ebraico è tradotta ancora come “afflizioni”. Ma quando il verso è citato nel Nuovo Testamento in Matteo 8:17 viene tradotto come “astheneia” (Greco che vuol dire malattie/infermità) [Vedi: http://bible.cc/matthew/8-17.htm ]. (È probabile che nella vostra versione della Bibbia italiana le parole siano già state tradotte correttamente. Nel caso passate oltre questa nota).