Scritto da: :   Zac Poonen Categorie :   Discepolo Devozione a Cristo
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Nella Seconda lettera ai Corinzi 7:1, ci viene comandato di compiere la nostra santificazione nel timore di Dio. Quindi, se la nostra santificazione prosegue verso la perfezione oggi più di quanto lo era l’anno scorso, questo dimostrerebbe che non abbiamo temuto Dio abbastanza. In questo cammino come anziani di una chiesa dovremmo aiutarci a vicenda - perché siamo i custodi di nostro fratello, anche se è un anziano di una chiesa come noi. È per questo che Dio nomina più di un solo anziano in una chiesa. La Lettera agli Ebrei 3:13, ci dice di esortarci a vicenda quotidianamente, affinché nessuno di noi si indurisca per la seduzione del peccato. In questo modo possiamo aiutarci l’un l’altro per sfuggire all’inganno.

Leggiamo in Isaia 11:3 che lo Spirito di Dio rese Gesù “ sensibile al timore di Dio” Lo Spirito Santo può rendere sensibili anche noi al timore di Dio – se glielo permettiamo. Se siamo realmente riempiti dello Spirito Santo, saremo anche riempiti con il timore del Signore. Dio è sempre dalla nostra parte ed è più desideroso di riempirci del Suo Spirito Santo di quanto lo siamo noi di essere riempiti. Nonostante tutte le nostre debolezze, Dio può fare un grande lavoro attraverso di noi. Tutto quello che dobbiamo fare è diventare umili e cercare continuamente il Suo volto. Dio è sempre dalla nostra parte nella lotta contro la nostra carne e il diavolo.

Viviamo in un tempo in cui tra i Cristiani viene proclamato un altro Gesù (uno che non richiede il discepolato), è stato ricevuto un altro spirito (che elargisce doni falsi ma che non rende sante le persone), ed è stato predicato un altro vangelo (della salute e della prosperità) (Seconda Lettera ai Corinzi 11:4 ). In questo tempo dobbiamo dunque essere fedeli e innalzare ilVero Gesù, lo Spirito Santo e il vangelo della grazia di Dio.

Chiedere Scusa Senza Giustificarsi:

Se non siamo rotti, contriti e poveri in spirito, saremo riluttanti (o esitanti) a chiedere scusa in tutta umiltà, non appena ci rendiamo conto di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Le dieci parole più difficili da dire per la maggior parte degli esseri umani sono: “Mi dispiace. È stato un mio errore. Per favore scusami .

Se lo spirito non è rotto allora anche se ci scusiamo, forniremo delle giustificazioni. Ma le scuse non sono scuse, se contengono qualsiasi tipo di giustificazione. Se c’è anche solo un sentore di giustificazione nelle nostre scuse, possiamo essere certi che non siamo rotti. Gesù disse che a ritenersi giusti erano i Farisei (Vangelo secondo Luca 16:15). Quando realizziamo che qualcosa che abbiamo fatto è sbagliato, dobbiamo riconoscerlo e rimediare immediatamente. Una persona rotta non avrà alcun problema a farlo. Una persona non rotta invece ritarderà nel fare entrambe le cose. E quando si scusa, darà la colpa anche a qualcun altro. Quando Adamo peccò, ammise di aver mangiato del frutto proibito, ma giustificò sé stesso dicendo che fu la donna che Dio gli aveva dato a offrirglielo. In questo modo diede la colpa a sua moglie; e diede anche la colpa a Dio, per avergli dato quella moglie! Questo non è il modo per confessare un peccato o un errore.

Notate invece, come Davide confessò il suo peccato nel Salmo 51. Non avvertiamo nemmeno il sentore del volersi giustificare. Questa è la caratteristica di un uomo veramente rotto. Vi consiglierei di meditare a lungo sul Salmo 51, cercando di capire dal Signore cosa è veramente la rottura e come confessare i vostri peccati. Inoltre, per giustificarvi potreste anche dire una bugia. La bugia potrebbe anche essere unapiccola bugia – sotto forma di esagerazione o delnascondere alcuni eventi, per presentarvi sotto una buona luce. È facile dire una bugia, ma è difficile dirne solamente una – perché una volta raccontata una bugia, dovremo raccontare più bugie per sostenere la prima. Dobbiamo odiare raccontare le bugie, e amare la verità con tutto il cuore. Altrimenti perderemo l’unzione e il compiacimento di Dio sulle nostre vite – e questa è la perdita più grossa che possiamo soffrire.

Quando Dio vede dell’orgoglio in noi che deve essere esposto e distrutto, permetterà che nelle nostre vite capitino alcuni incidenti che ci faranno inciampare e cadere in qualche modo (Vedi Ezechiele 3:20 : “… quando gli pongo davanti una qualche occasione di caduta…”). E quando cadiamo, il Signore ci testerà per vedere se (1) riconosceremo il nostro orgoglio – causa della nostra caduta, (2) se confessiamo il nostro peccato, (3) se ci umiliano davanti a Lui, e (4) se mettiamo a posto le cose con le persone. Se giudichiamo noi stessi e facciamo queste cose, non saremo giudicati. Ma se cerchiamo delle giustificazioni per noi stessi, non saremo rotti e un giorno verremo condannati con il mondo (Prima Lettera ai Corinzi 11:31, 32).